Boston, la maratona della rinascita

If a free society cannot help the many who are poor

It cannot save the few who are rich

John F. Kennedy (Innaugural Adress Jannuary 20, 1961)

Vedere Boston risorgere nell’ultima Maratona dello scorso 19 aprile fa un certo effetto dopo la bomba dello scorso anno che devastò la manifestazione uccidendo tre persone, ferendone 260, lasciando mutilati altri maratoneti. Alla 118ma edizione si temevano defezioni invece non è stato così e al nastro di partenza c’erano quasi 35.660 maratoneti, 9mila più dell’anno scorso, con una folla record di spettatori, un milione di persone (il doppio del consueto) a godersi lo spettacolo. 

  In 36mila corrono dopo gli attentati

La capacità di reazione della città con un tessuto sociale forte e istituzioni condivise – da noi ormai un ricordo passato – le aveva fatto guadagnare l’appellativo di “Boston strong” come a dire che nulla la può fermare neppure il terrorismo: e così è stato.  La maratona di Boston è la più antica del mondo e la sua prima edizione risale al 1897, quando corsero per la prima volta in 18,  solamente atleti locali come partecipanti. Negli anni successivi iniziò progressivamente ad attrarre atleti provenienti prima da tutti gli Stati Uniti e poi da tutto il mondo. Un anno fa così si presentava il punto in cui era avvenuto lo scoppio della bomba in Copley square davanti al Prudential Centre e alla Boston Public Library. Boston-20130530-00259

Si stringe il cuore pensare che una città democratica come Boston, evoluta e accogliente possa essere stata ferita da un atto così atroce: chi ha avuto occasione di conoscere da vicino Boston e i Bostoniani si sarà reso conto che la città è diversa dal resto dell’America e non è un caso che venga considerata la più europea per i suoi edifici a mattoni rossi e quell’aria intellettuale. Da qui  e dallo Stato del Massachussets è passata la storia degli Stati Uniti e la Maratona di Boston ne è un simbolo:  la gara per tradizione si corre il terzo lunedì del mese di aprile, in coincidenza con il Patriots’ Day, l’anniversario dell’inizio della Rivoluzione degli Stati Uniti d’America, che cominciò il 19 Aprile del 1775, con l’attacco delle truppe britanniche a Lexington e a Concord, alle porte di Boston. Grazie a Paul Revere e alla sua epica cavalcata notturna dalla sua abitazione a North Square, i cittadini furono avvisati dell’imminente attacco degli inglesi, riuscendo così a difendersi. La lotta per la libertà delle colonie americane dalla dominazione inglese e la battaglia storica di Lexington tra i rivoluzionari e i britannici, portarono alla nascita degli Stati Uniti d’America. Il leggendario colpo di pistola del 19 Aprile 1775, da parte della vedetta Paul Revere, oggi segna anche la partenza della Boston Marathon.

DSCF3039Tutta la città parla della sua storia di libertà dalla Paul Revere house (North Square 19) del 1660, la più antica casa di Boston,  dove ha vissuto l’uomo artefice della nascita degli Stati Uniti, divenuto in seguito proprietario di una fonderia per la produzione di campane e cannoni. All’interno gli arredi del tempo sono ben custoditi dopo i lavori di recupero di inizi del 900. Alla Paul Revere house ci si può arrivare seguendo la Freedom Trial, un percorso che si snoda per 4,8 chilometri e che percorre tutta la città senza bisogno di cartine, basta seguire la linea rossa sul selciato e lungo marciapiedi e il gioco è fatto: il trial collega il Common e il Bunker Hill Common, passando per Charletown, passando per 16 luoghi di rilevanza storica.

Il punto di partenza è il Boston Common: non potete sbagliarvi è il parco al centro della città la carta  da visita, uno dei polmoni verdi che si snodano in vari punti. Boston è una città piena di parchi e il fiume il Charles River è solcato da tantissime barche e canoe. La qualità della vita di Boston è senza pari ed infatti è considerata una delle città più care degli Stati Uniti.

IMG00145-20120611-1819Trovare un albergo a buon mercato è una impresa quasi impossibile: quando sono stata a Boston ho trovato posto nel nuovissimo ostello inaugurato tre anni fa in down town, tra il Theatre district e China Town (HI Boston, 12 Stuart Street) : un posto straordinario e avere partecipato all’inaugurazione mi ha fatto capire che cosa è Boston. La struttura era una vecchia fabbrica che è stata completamente ristrutturata grazie alle donazioni raccolte tra privati, ma anche banche, finanziarie e società. I lavori sono costati 48 milioni di dollari ma la cosa più interessante è che i fondatori sono i membri di Hostelling international, una rete americana di ostelli fondata negli anni 60 da viaggiatori privati. L”Asian Community Development Corporation, la comunità cinese è tra i finanziatori della fondazione che gestisce l’ostello e questo dà il senso dell’integrazione della città. A tagliare il nastro c’era il sindaco di Boston il democratico Thomas Menino, di origine italiana arrivato a bordo di una Chrysler ibrida, così per dare l’esempio.

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Uno dei simbolo della storia di Boston è il Faneuill Hall detta la Culla della Libertà, costruita nel 1742 e al suo interno si tennero nel passato ma anche oggi importanti discorsi politici come quello di John Kennedy: da qui annunciò il suo programma politico per un mondo migliore e avviò la sua campagna elettorale che lo portò alla Casa Bianca. Sulla piazza si trova il Quincy market un tempio greco costruito nel 1825 con cofee shop, bancarelle, negozi e ristoranti un posto fantastico dove mangiare e rilassarsi. In zona c’è un altro posto dove potere mangiare ostriche e lobster, la specialità di Boston. E’ l’Union Oyster House, in Union Street, il più antico ristorante della città: al piano superiore nel 1796 un giovane di nome Luigi Filippo, scappato dalla Francia infiammata dalla rivoluzione insegnava il francese alle dame della città. Sarebbe poi diventato re di Francia. Più recentemente sempre al piano superiore John Kennedy era solito frequentare il posto per mangiare ostriche. DSCF3034IMG-20130528-00255

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La Boston nera, la prima città ad abolire la schiavitù

L’integrazione nella storia di Boston ha radici lontane: il Massachussetts è stato il primo Stato a dichiarare inconstituzionale la schiavitù nel 1783 alla vigilia della guerra civile americana. Fu la Corte Suprema dello Stato a prendere questa storica decisione e quando nel 1790 venne fatto il primo censimento federale, il Massachussetts risultò l’unico Stato  a non possedere schiavi.

DSCF3047La comunità degli Afro americani di Boston divenne un punto di riferimento anche per i tanti fuggitivi da altri Stati e qui nella zona di Becon Hill, una delle aree più eleganti di Boston, dietro il palazzo del Governo, venne istituita la prima scuola, il primo ospedale della comunità. si può visitare la Boston nera seguiendo la Black Heritage Trail, in Becon Hill dietro la State House in pieno centro: il Museum of African American History (14 Becon Street suite 71) ripercorre gli anni dell’era coloniale fino all’abolizione della schiavitù e alla riconquistata libertà.  Una sezione a parte è dedicata al baseball, un simbolo di integrazione della comunità afroamericana di Boston: i Rex Sox la squadra locale è una istituziona e il Fenway Park lo stadio è  il ritrovo preferito dei Bostoniani di tutte le età e di tutte le razze. Non puoi capire la città se non si va a vedere una partita dei Red Sox. Ogni partita è una scampagnata, lo capisci dai mezzi pubblici e dalla metro che quel giorno giocano in casa: tutti dico tutti hanno qualcosa dei Red Sox, il cappellino, la maglietta, la felpa, gli occhiali, le calze impossibile non accorgersene.

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Ma lo spettacolo è la gente dentro lo stadio in grado di contenere fino a 40mila spettatori e non è lo stadio più grande degli Stati Uniti. Si dice che il baseball sia noioso: può essere ma per chi lo ha seguito fin dall’adolescenza, come la sottoscritta, non può rimanere indifferente al diamante del campo, a quei lanci dalla collina, alle geometrie variabili dei giocatori che corrono da una casa all’altra. Lo stadio non è soltanto partita: puoi mangiare, bere, fare acquisti di souvenir della tua squadra del cuore insomma passi una serata tra gli amici, perchè la partita può essere lunga ore e ore, ma alla fine tutti se ne vanno contenti con un sorriso in più se i Red Sox hanno vinto.

Kennedy, un simbolo per la città

Non ero mai stata a Boston, ma quando ci sono arrivata mi è sembrata di conoscerla da sempre. Forse perché mi piacciono le città che iniziano con la B come Bologna con cui ci sono molte affinità: città universitaria, alta qualità della vita, città dell’accoglienza, entrambe città del baseball, ma soprattutto città della politica. Boston infatti è la culla dei democratici e dei Kennedy e ogni angolo della città parla della famosa famiglia presidenziale: dalla casa natale della madre Rose Kennedy in Becon Hill, al famoso albergo quartier generale della leggendaria campagna elettorale di John Kennedy contro Nixon, fino alla stupenda John Kennedy Library & Museum da non perdere: il museo è un viaggio a ritroso negli anni 60, tante foto, oggetti dell’eopca, filmati dell’epoca a testimoniare come Kennedy fu il primo presidente americano a capire la potenza dei mezzi televisivi e ad usarli nel modo più efficace (nella foto la scrivania presidenziale di John Kennedy).

IMG00152-20120613-1713 Molto spazio è dedicato  anche a Jaqueline Kennedy, alla ricostruzione della loro storia d’amore, ai primi incontri quando lei giornalista francese andò ad intervistare il giovane Kennedy. I vestiti, le mise fino al famoso vestito rosa che Jaqueline indossava il giorno dell’micidio di Dallas di 50 anni fa.

Non solo Boston parla dei Kennedy. A tre ore di macchina dalla città, verso Cap Code ci si imbarca per l’sola di Martha’s Wineyard, un posto tremendamente esclusivo dove tutte le famiglie presidenziali vanno a trascorrere le vacanze. I primi furono i Kennedy, ma anche i Clinton e Obama. Qui c’è l’aeroporto privato dove doveva atterrare John John Kennedy invece si inabissò con la moglie dopo essere decollato da New York, un’ennesima tragedia per questa famiglia bella e sfortunata. Le spiagge sono selvagge, dune macchiate di cespugli verdi, il mare è ideale per il surf, la cittadina è molto chic, villette dai colori tenui, fiori, ortensie, gabbiani: Martha’s Wineyard è   unica anche per i prezzi degli alberghi, però si può alloggiare nell’unico ostello dell’isola pagando soltanto 50 dollari a notte.

DSCF3129Una figata: l’ostello è gestito da una famiglia americana che durante l’inverno si trasferisce in Europa. E’ spartanissimo, ma si trova l’essenziale per questa isola che ti fa pagare anche l’aria che respiri. Infatti tra gli ospiti dell’ostello ho incontrato un italiano che vive a Boston, tra gli ospiti assidui dell’ostello: lascia la macchina al porto prima di imbarcarsi con la bici e gira l’isola sulle due ruote.

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Tornando sulla terra ferma, si può proseguire verso Cape Cod l’ultima lingua di sabbia che si allunga su una riserva naturale dove si possono trovare lungo la strada tartarughe enormi che attraversano incuranti delle macchine.  Dune e spiagge selvagge fanno da contorno in questa località che tra le stranezze sfoggia una Torre dei Mangia, riproduzione di quella originale di Siena e divenuta meta dei gay dove qui trascorrono le vacanze con locali a loro dedicati. A Boston tutto è tolleranza e accoglienza da non perder

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Da Harvard al Mit, le élite passano di qui 

Nella piccola cittadina di Cambridge, dal nome di un’altra nota località universitaria in Inghilterra, sono ospitate due tra le più famose università del mondo: Harvard e il Mit. Harvard è nota in tutto il mondo come fucina di presidenti e qui ospita una delle facoltà più importanti di pubblica amministrazione (Public Government) presieduta da Caroline Kennedy e la facoltà è dedicata al padre: da qui fino ad oggi sono usciti 6 presidenti degli Stati Uniti compreso Barak Obama, 29 premi Nobel e innumerevoli personaggi illustri. se vi trovate da queste parti all’inizio di giugno potrete assistere alle lauree degli studenti tutti con il tocco universitario. Uno spettacolo emozionante. 

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L’altra istituzione d’élite della città è il Mit (Massachussetts Institute of technology) fondato nel 1861: uno straordinario complesso architettonico moderno e funzionale che si trova a Kendall Square nel quartiere operaio di Cambridge. Durante la guerra del Vietman la città trazionalmente liberal aveva adottato la pratica per i suoi studenti di alzare i voti per evitare che partissero per il Vietnman.DSCF3243

Con la metro si può arrivare ad Harvard Square il centro pulsante della vita accademica, piena di coffé shop e dove gli studenti accompagnano i turisti per visitare il campus. tanti i musei e le librerie non perdertevi quella in Harvard Square. tra i viali che attraversano il Mit mi sono imbattuta in Galileo Galiei Avenue: c’è in Italia una strada che porta il nome del nostro rivoluzionario scienziato che osò sfidare  dogmi della chiesa? Se qualcuno lo sa me lo dico perchè io non ho mai sentito parlare di viale Galileo Galilei in Italia.

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